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Maculopatie spiegate bene

maculopatie

La dott.ssa Monica Varano, direttore scientifico della Fondazione Bietti spiega cosa sono, come prevenire e come curare le affezioni che colpiscono la macula

Cosa sono le maculopatie e cosa comportano?
Si tratta di affezioni che colpiscono la regione più importante della retina, ovvero la macula, cioè la regione deputata alla visione distinta, quella porzione della retina che ci consente di leggere e per esempio di definire i dettagli del viso.

Di conseguenza, qualsiasi affezione della macula determina la riduzione della vista centrale.

E’ una patologia che possiamo definire trasversale rispetto all’età, ovvero che può colpire il soggetto a qualsiasi età?

La forma più comune e degenerativa colpisce l’età avanzata; rappresenta, infatti, la principale causa di ipovisione. La maculopatia assume un andamento progressivo: man mano che aumenta l’età, maggiore è l’incidenza della malattia.

Esistono anche delle forme di maculopatia legate alla miopia, tipiche del soggetto miope anche se giovane e affezioni che colpiscono la macula – con una minore incidenza– che possono riguardare tutte le età; si tratta di patologie legate a un alterazione a livello dell’interfaccia col vitreo, diverse dal punto di vista della eziopatogenesi.

Quali sono i sintomi di queste varie forme di maculopatie?

Il sintomo è lo stesso per tutti i tipi di maculopatia, poiché la parte dell’occhio che viene colpita è sempre la porzione centrale alla retina.

I primi sintoni generalmente riguardano la distorsione delle immagini; è un sintomo precoce che spesso il paziente non rileva se non chiude un occhio rispetto all’altro; altro campanello di allarme è l’alterazione delle immagini che appaiono rimpicciolite, l’altera visione dei colori.

Alcune maculopatie ad insorgenza più rapida possono causare una macchia al centro, ma ciò dipende dal tipo di maculopatia e varia da soggetto a soggetto: ci sono forme particolarmente aggressive che portano alla comparsa di uno scotoma centrale e quindi all’impossibilità della lettura; al contrario esistono forme meno aggressive che possono esser più lente nella loro evoluzione.

È importate la diagnosi precoce perché per molte di queste forme degenerative legate all’età ci sono terapie che funzionano tanto prima si riesce ad intervenire.

Come si fa la diagnosi della maculopatia?

Il primo passo è farsi visitare da uno specialista, soprattutto sopra i 40 anni e se esiste una familiarità per quanto riguarda la patologia.
Durante la visita oculistica, in base all’esame del fondo dell’occhio, lo specialista stabilisce se c’è una predisposizione o una situazione di iniziale patologia e quel punto definisce gli esami diagnostici successivi da fare.

L’esame più importante, non invasivo, è la tomografia a coerenza ottica OCT che consente di fare la diagnosi della malattia; per una maggiore diagnostica, dove esistono dei dubbi o per verificare dopo una prima analisi, si può sottoporre il paziente alla flurangiografia, e all’angiografia con verde indocianina, esame diagnostico che si effettua con un mezzo di contrasto e che consente di visionare la circolazione della retina e della coroide.

Quali sono i fattori di rischio?
Sicuramente l’età, come detto l’incidenza della maculopatia aumenta sopra il 50 anni e aumenta al crescere dell’età; la familiarità, e altro fattore studiato è il fumo di sigaretta.

A questi si aggiungono i fattori di rischio tipici di tutte le malattie degenerative (nella forma di maculopatia legata all’età) ovvero diabete, ipertensione, vasculopatia…

Quali sono le cure?

Nelle forme iniziali, può essere di aiuto l’assunzione di antiossidanti che, secondo studi condotti su largo numero di popolazione, possono avere un significato nel rallentare l’evoluzione della patologia.

Per la forma più avanzata, va innanzitutto specificato che esistono due tipi di maculopatie: la cosiddetta essudativa o umida e quella atrofica.
Per la forma essudativa, già da 15 anni vengono impiegati in maniera continuativa farmaci per iniezione intravitreale, un approccio abbastanza indolore che ha lo scopo di arrestare la patologia; la diagnosi precoce rimane fondamentale: prima si inizia il trattamento meglio è.

Il lato negativo di questo tipo di cura è che va ripetuta nel tempo, vista la forte recidiva patologia; il paziente mediamente deve fare dalle 6- 7 iniezioni il primo anno e 3- 4 il secondo. È una cura che ha un cosiddetto barden sul paziente e sulla struttura ospedaliera piuttosto importante, tuttavia possiamo dire che è una terapia che ha cambiato l’ipovisione legata alla maculopatia: prima si registravano molti più casi di ipovisione e cecità, oggi molti pazienti mantengono una buona vista, grazie a una precoce diagnosi e quindi cura.

Per l’altra forma di maculopatia, detta atrofica o secca, attualmente esistono una serie di farmaci in sperimentazione, alcuni dei quali hanno superato la fase finale di test e che in un futuro non troppo lontano potranno essere impiegati per la cura di questa patologia.

23 Ottobre 2022
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