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Percorsi ambulatoriali semplificati per 2000 pazienti l’anno: meno accessi in ospedale e più esami concentrati. “Così si facilita l’esperienza del paziente fragile”

Percorsi ambulatoriali semplificati per 2000 pazienti l’anno: meno accessi in ospedale e più esami concentrati. “Così si facilita l’esperienza del paziente fragile”

L’IRCCS Fondazione GB Bietti Onlus, convenzionato con la Regione Lazio, unico in Italia dedicato esclusivamente alla salute degli occhi, porta avanti un modello che va oltre la visita specialistica, facilitando i percorsi diagnostico terapeutici dei pazienti fragili e riducendo la frequenza degli accessi in ospedale. Aperto anche uno slot ambulatoriale per le emergenze del territorio.

Cresce la domanda di salute in una popolazione che invecchia: come mantenere lo stesso livello di assistenza quando le risorse rimangono invariate? Una risposta è l’innovazione nella gestione sanitaria. Presso la Fondazione IRCCS G.B. Bietti è presente un Centro Clinico e di Ricerca per le patologie neuro-oftalmologiche, malattie genetiche e rare, che dal 2015, si è posto l’obiettivo di venire incontro alle esigenze dei pazienti fragili e ridurre la frequenza degli accessi in ospedale.

Nell’attuale scenario epidemiologico, siamo di fronte ad un aumento delle patologie degenerative croniche (come le maculopatie, il glaucoma, ecc) e le necessità di trattamenti ripetuti cronici, nel contesto della finitezza delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie, pone l’urgenza di una attenzione istituzionale alle disabilità visive ed al carico sociale che ne deriva. È necessaria, quindi, la presa di coscienza dell’importanza della salute visiva e di attuare una riorganizzazione dei percorsi, di attuare una rete oftalmologica sul territorio per portare più vicino ai pazienti i servizi, collegare in rete i centri di I livello con quelli di II livello in modo tale da permettere la presa in carico territoriale per i controlli, una gestione tempestiva ed appropriata delle patologie acute nei centri di II livello con una maggiore efficienza del sistema.

“Per semplificare e rendere meno faticosa l’esperienza dei malati – dice la Direttrice Sanitaria Angela Mastromatteo – abbiamo introdotto un percorso ambulatoriale dedicato, assicurando l’accesso a tutti gli esami necessari in un unico accesso e consegna della relazione diagnostico-terapeutica complessiva. In questo modo abbiamo evitato gli accessi ripetuti garantendo un percorso appropriato, completo e un uso congruo delle risorse, favorendo l’integrazione tra gli operatori riducendone, quindi, la variabilità clinica e la frammentarietà degli interventi ed il rischio di ritardi ed ottenendo un elevato gradimento dell’utenza. Fino ad oggi, abbiamo gestito con successo la media annua di circa 2.000 pazienti affetti da patologie neuro-oftalmologiche, malattie genetiche e rare, attraverso questo approccio”.

Tale approccio organizzativo è stato molto utile durante la pandemia di Covid e nel corso del 2021, si è gradualmente estesa ad altre unità operative, inclusi il glaucoma e le patologie corneali. “Inoltre, abbiamo introdotto uno slot ambulatoriale per affrontare le emergenze del territorio, rispondendo prontamente alle esigenze dei medici di base e degli oculisti locali che ci inviavano casi urgenti. Un ulteriore passo, questo, verso l’integrazione ospedale territorio”.

Uno degli obiettivi della Fondazione è, infatti, quello di rafforzare la rete informale di professionisti territoriali, composta da oftalmologi, medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta (PLS). “Concentriamo i nostri sforzi sulla formazione e la condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici, basandoci sulle evidenze scientifiche. Questo modello rafforza la collaborazione tra i professionisti, migliora la comunicazione all’interno del team e coinvolge attivamente il paziente nel percorso di cura. Inoltre, stiamo lavorando alla progettazione di una Virtual Clinic come parte integrante delle nostre iniziative”.

Per la formazione, abbiamo organizzato corsi ECM gratuiti rivolti agli oculisti e organizzato un corso FAD gratuito destinato a medici di medicina generale e pediatri, con la partecipazione attiva di un Medico di Medicina Generale per aumentare la sensibilità e gli strumenti utili a riconoscere i primi segnali delle principali patologie oftalmologiche.

Centrale in questa filosofia è lo sviluppo di modelli integrati con il territorio. “Attualmente – conclude Mastromatteo -ci troviamo di fronte a una sfida epocale, con l‘opportunità di ridisegnare il sistema sanitario in base alle nuove esigenze, sfruttando le nuove modalità organizzative offerte dalle tecnologie emergenti, come la telemedicina e l’intelligenza artificiale. A 45 anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, siamo in una posizione favorevole per apportare cambiamenti significativi per la nuova «costruzione sociale della salute». Tuttavia, ciò sarà possibile solo se saremo capaci di: investire nel capitale umano attraverso la formazione e il potenziamento delle competenze professionali; trovare modalità flessibili di integrazione dei medici del territorio con quelli dell’ospedale; reingegnerizzare  l’organizzazione ospedaliera per percorsi e processi lavorando in teams snelli multidisciplinari e multiprofessionali; utilizzare le nuove tecnologie su piattaforme interoperabili per una comunicazione pianificata e strutturata e, infine, utilizzare l’enorme potenziale dei Big Data per una ricerca traslazionale  di precisione.

Dieci anni fa, sul British Medical Journal uscì un articolo dal titolo “The Hospitals without walls” (Gli ospedali senza mura), sulla necessità di sviluppare modalità flessibili di integrazione tra i medici del territorio e quelli ospedalieri. È essenziale lavorare all’ingegnerizzazione dei percorsi e dei progetti per realizzare questo ambizioso obiettivo”.

12 Dicembre 2023
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