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Mantenere l’occhio in salute durante la quarantena

FondazioneBietti_quarantena

Tablet, computer, cellulari e televisioni: tutti questi schermi influenzano il ciclo del sonno, affaticano i muscoli e riducono la lubrificazione oculare. Quali semplici regole adottare per preservare la salute visiva e perché. Ne parla il dott. Domenico Schiano Lomoriello 

Nel corso di questa quarantena moltissime persone stanno sperimentando un impiego massiccio e sistematico di diversi schermi digitali utilizzati pressoché incessantemente durante le ore di veglia.  Infatti si passa dal PC per lo smart working al cellulare, dal tablet per la lettura al televisore. Durante le nostre giornate casalinghe quindi, pc e device elettronici sono diventati la principale forma di comunicazione, divertimento ed evasione. Ovviamente, tutto questo può essere percepito dai nostri occhi come un affaticamento o come un aumento di sensazioni e fastidi che prima non avevamo.

Gli schermi sono caratteristicamente una fonte di luce blu. La luce blu rappresenta una parte dello spettro della luce visibile. Né la luce blu, né l’utilizzo di schermi in sé sono dannosi. L’uso prolungato è il problema.

spettroQuando si guarda uno schermo digitale, infatti, la cadenza del nostro ammiccamento con le palpebre diminuisce senza che ce ne accorgiamo. Ciò significa che l’occhio è meno lubrificato mentre i muscoli impiegati nella messa a fuoco dell’immagine sono pressoché sempre in tensione. Mal di testa, arrossamento, secchezza oculare, percezione di corpi estranei sono, non a caso, i principali sintomi della Computer Vision Syndrome: la sindrome legata all’utilizzo del pc.

Non sono sintomi da sottostimare. Soprattutto nel caso della secchezza oculare, per persone che già ne soffrono o categorie sensibili come le donne in menopausa, sarebbe opportuno lubrificare l’occhio con dei colliri specifici (sostituti lacrimali). Quando si lavora al pc, a tutti è inoltre fortemente consigliato prendere delle pause di dieci minuti ogni ora e mezzo, al fine di rilassare l’occhio e lasciare che si riposi. Per farlo è sufficiente camminare per la casa o lasciar correre lo sguardo fuori dalla finestra distogliendolo dallo schermo.

Discorso a parte merita la luce blu, emessa da qualsiasi schermo elettronico. Nessun studio scientifico ha messo in evidenza che sia dannosa per l’occhio umano. La frequenza della luce degli schermi si trova, del resto, anche in natura, racchiusa all’interno dello spettro della luce bianca (quella che ci permette di vedere). A fare la differenza, anche questa volta, è la quantità di luce blu che si assorbe ma ad esserne influenzato non è l’occhio: è il cervello.

La luce blu, è stato infatti dimostrato, altera il ciclo del sonno perché riduce la secrezione dell’ormone melatonina da parte dell’ipofisi (una ghiandola posta all’interno della scatola cranica). In sintesi, perciò, l’assunzione prolungata di luce blu ritarda il sonno. Ecco perché se lavoriamo fino a tardi o leggiamo i messaggi sul telefono nel cuore della notte facciamo fatica a prendere sonno.

Anche in questo caso la precauzione è la moderazione dell’uso e la scelta degli orari. Dopo cena, molto meglio un libro che uno schermo per prendere sonno.

3 Marzo 2022
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