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Glaucoma ad angolo chiuso

La chiusura dell’angolo è una condizione in cui l’iride periferica ostruisce parzialmente o completamente il trabecolato ostacolando il drenaggio dell’umor acqueo e provocando un aumento della pressione intraoculare. Se associata a danno del nervo ottico, si parla di glaucoma ad angolo chiuso (PACG). La prevalenza del glaucoma primario ad angolo chiuso varia tra i gruppi razziali ed etnici. In Asia la prevalenza è dell'1,1% tra gli individui di età compresa tra 40 e 80 anni; tuttavia, è ancora più elevata nell'Asia orientale. Tra le persone di origine europea di età superiore ai 40 anni, la prevalenza è stimata tra lo 0,1% e lo 0,4%. La prevalenza stimata nelle popolazioni africane varia dallo 0,1% allo 0,6%. La chiusura angolare può essere sia apposizionale (quindi reversibile) che sinechiale, con la presenza di aree di adesione. E’ importante escludere forme secondarie di chiusura dell’angolo dovute a infiammazione cronica, neovascolarizzazioni dell’iride o cristallino intumescente. La chiusura angolare primaria può essere classificata in: - chiusura angolare primaria sospetta (PACS) in cui è presente un contatto tra iride e trabecolato in due o più quadranti ma la pressione intraoculare è normale, non sono presenti sinechie anteriori periferiche (PAS) e segni di danno glaucomatoso al nervo ottico; - chiusura angolare primaria (PAC) in cui al contatto tra iride e trabecolato si associa la presenza di sinechie anteriori periferiche e pressione intraoculare elevata ma non a un danno glaucomatoso al nervo ottico; - glaucoma primario ad angolo chiuso in cui vi sono segni di otticopatia glaucomatosa.

Fattori di rischio per la chiusura angolare includono età avanzata, anamnesi familiare positiva, sesso femminile, ipermetropia ed etnia, essendo più comune nella popolazione asiatica. I meccanismi alla base della chiusura dell’angolo possono essere distinti sulla base della struttura anatomica (iride, corpo ciliare, cristallino, strutture dietro il cristallino) coinvolta nell’ostruzione al deflusso dell’umore acqueo. Il blocco pupillare è il meccanismo più comune ed è presente circa dal 50 al 75% dei casi di chiusura d'angolo primaria. Si tratta di un meccanismo in cui il flusso dell'umore acqueo incontra una certa resistenza passando dalla camera posteriore a quella anteriore attraverso la pupilla con conseguente aumento della pressione in camera posteriore, spinta dell'iride in avanti e contatto dell’iride con il trabecolato.

I sintomi sono presenti quando la pressione intraoculare aumenta per una ostruzione relativamente improvvisa del trabecolato da parte dell'iride. Si tratta della chiusura angolare acuta (attacco acuto) e si manifesta tipicamente con dolore oculare, diminuzione dell'acuità visiva, cefalea frontale omolaterale, visione di aloni attorno alle luci, sintomatologia vagale come nausea e vomito. L'aumento della pressione intraoculare a livelli relativamente elevati causa edema epiteliale corneale, responsabile dei sintomi visivi.

La diagnosi e il trattamento precoci della chiusura angolare è preziosa e talvolta risolutiva. Lo screening dei pazienti a maggior rischio di chiusura angolare può essere utile per ridurre sia il numero di pazienti che sviluppano questa patologia sia il rischio di cecità. La gonioscopia, ad oggi, è considerata il gold standard di riferimento per la conferma di contatto irido-trabecolare e quindi per la diagnosi di chiusura angolare.

L'iridotomia laser periferica è il trattamento raccomandato in caso di chisura primaria angolare sospetta nei soggetti a rischio come quelli che presentano un'ipermetropia elevata, anamnesi familiare positiva o pazienti che richiedano midriasi per una valutazione dettagliata del fondo oculare. In presenza di pressione intraoculare elevata, come nella chisura angolare primaria e nel glaucoma primario ad angolo chiuso, è fondamentale associare all'iridotomia laser periferica il trattamento farmacologico e, a seconda dei casi, procedere con l'estrazione del cristallino al fine di aumentare l'ampiezza dell'angolo irido-corneale.

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