SEMPLICE PER I PAZIENTI, COMPLESSA PER I CHIRURGHI: IL CORSO TEORICO PRATICO DEDICATO ALLA CATARATTA NELL’AVANZATO WET LAB DELLA FONDAZIONE IRCCS BIETTI

È l’intervento più frequente al mondo, indolore e veloce. Ma si tratta di alta-micro chirurgia con una impegnativa curva di apprendimento per i chirurghi che si approcciano a questo intervento. La Fondazione Bietti mette a disposizione le sue conoscenze e strutture all’avanguardia ai giovani oculisti per perfezionare la loro tecnica chirurgica.

Quello di cataratta è un intervento molto frequente reso necessario dall’opacizzazione del cristallino, una lente naturale posta nella parte anteriore dell’occhio tra iride e corpo vitreo. Con l’età, le fibre del cristallino perdono fisiologicamente elasticità e la lente si opacizza offuscando progressivamente la vista fino a precluderla.

L’intervento di cataratta consiste nella rimozione del cristallino opacizzato e nella sua sostituzione con una lente artificiale.

Soltanto in Italia vengono eseguiti circa 500.000 interventi l’anno e il Gold Standard attuale è la tecnica della facoemulsificazione (vedi anche LA CATARATTA SPIEGATA BENE).

Sebbene sia indolore, veloce e con recupero facile per i pazienti, si tratta di un intervento molto delicato.

Infatti, si tratta di una tecnica di alta-microchirugia, con una lunga curva di apprendimento e un rischio non irrisorio di complicanze (anche in caso di perfetta esecuzione).

Per questo la Fondazione G.B. Bietti, l’unico IRCCS dedicato esclusivamente all’oculistica in Italia, mette le sue conoscenze e le sue strutture d’avanguardia al servizio della formazione dei giovani chirurghi.

In questi giorni dall’ 8 al 12 settembre si è svolto a Vienna il 41esimo congresso europeo dei chirurghi della cataratta (ESCRS) mentre 

Il 28 e il 29 Settembre, 12 oculisti potranno seguire le lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche nel Wet Lab della Fondazione Bietti a Roma, perfezionando la loro tecnica utilizzando occhi di suini come modelli di prova sotto la supervisione degli specialisti esperti dell’Unità segmento anteriore.

Rare disease day 2023: il sostegno ai pazienti affetti da malattie genetiche e rare degli occhi

Il Centro Clinico e di Ricerca di Neuroftalmologia, Malattie Genetiche e Rare dell’IRCCS Fondazione G.B. Bietti, Onlus in occasione della giornata delle malattie rare istituita il 28 febbraio 2023 organizza un meeting di confronto, aperto a oftalmologi, malati di malattia rara oculare e associazioni di pazienti, per aumentare la consapevolezza e l’interesse clinico e scientifico a favore delle malattie genetiche e rare oculari.

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Giornata Mondiale della Vista 2022: prevenzione e screening per ridurre patologie della vista nei neonati

Nel contesto della Azione Centrale Ministeriale: “Sordità infantile e patologie oculari congenite. Analisi della efficacia e efficienza dei protocolli di screening uditivo e visivo neonatale” è stato costituito un Comitato Tecnico Scientifico, che ha stilato le raccomandazioni dello screening uditivo e visivo alla nascita ed ha ritenuto necessario implementare la formazione degli operatori sanitari impegnati in programmi di screening uditivo e visivo neonatale su tutto l’ambito nazionale.  L’IRCCS Fondazione Bietti partecipa del Comitato Tecnico Scientifico Ministeriale e promuove l’attività di formazione

Il 13 ottobre 2022 decorre la Giornata Mondiale della Vista, promossa dall’International Agency for the Prevention of Blindness (IAPB), con l’intento di concentrare l’attenzione mondiale sull’importanza della cura degli occhi.

L’IRCCS Fondazione G.B. Bietti Onlus, ente monospecialistico per la diagnosi e cura delle patologie visive, promuove formazione e attività clinico-assistenziali e di ricerca per identificare precocemente e trattare patologie visive, comprese quelle neonatali e pediatriche.

Il 18 luglio 2022 è stato pubblicato il Rapporto ISTISAN 22/17 “Screening neonatale uditivo e visivo: raccomandazioni”, cui hanno collaborato energicamente la Società Italiana di Neonatologia – SIN, l’Unità Operativa di coordinamento dell’Istituto Superiore di Sanità- ISS, il Gruppo di Ricerca prevenzione disabilità neurosensoriali dell’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP)  e l’IRCCS Fondazione Bietti.

Il Comitato Tecnico Scientifico – CTS, istituito durante i lavori della Azione Centrale “Sordità infantile e patologie oculari congenite. Analisi della efficacia e efficienza dei protocolli di screening uditivo e visivo neonatale”, ha ritenuto necessario implementare la formazione degli operatori sanitari impegnati in programmi di screening uditivo e visivo neonatale su tutto l’ambito nazionale. A tal scopo è stato organizzato il Corso di Formazione a Distanza (FAD) sullo Screening neonatale uditivo e visivo.

La prevalenza della cecità in età pediatrica, infatti è un aspetto sul quale concentrare la prevenzione; essa varia da 3 per 10.000 bambini nei Paesi ad alto reddito a 10 per 10.000 nei Paesi a basso reddito e la cataratta congenita, patologia curabile chirurgicamente a seguito di tempestiva diagnosi, rappresenta una delle cause più frequenti di cecità infantile (10-15%).

L’eziologia dei deficit visivi in età neonatale riconosce cause genetiche (50- 60% dei casi) ed esogene (25-30% dei casi). In circa un quarto dei pazienti, però, l’eziologia del danno alla vista resta ancora oggi non definibile.

La nascita prematura, in particolare se avviene a un’età gestazionale inferiore a 31 settimane e/o con un peso inferiore a 1500 grammi, espone al rischio di sviluppo di una importante patologia che interessa l’organo della vista, che è la retinopatia della prematurità (ROP). Quest’ultima è un’affezione multifattoriale caratterizzata da un anomalo sviluppo dei vasi retinici. La sua incidenza, che è inversamente proporzionale all’età gestazionale, è progressivamente aumentata negli anni, in conseguenza della maggiore sopravvivenza dei neonati estremamente pretermine. La forma grave di ROP colpisce il 5-6% dei prematuri e necessita di tempestivo trattamento.

Le linee guida internazionali suggeriscono l’esecuzione di uno screening specifico mediante periodiche visite oculistiche, eseguite da professionisti formati per identificare sia la cataratta congenita che la ROP.

Infatti, i disturbi della vista nei neonati, come anche quelli uditivi, hanno conseguenze invalidanti se non identificate precocemente e sono un grave problema sociale e di salute pubblica.

Il Ministero della Salute, col decreto del 12 gennaio 2017 ha inserito la pratica dello screening visivo e uditivo neonatale tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), rendendoli quindi garantiti e obbligatori per tutti i neonati.

Alla nascita, per tutti i neonati, lo screening visivo attraverso il test del riflesso rosso (RRT) permettere di identificare i casi di sospette anomalie congenite visive, avviandoli a una valutazione oftalmologica completa e a un successivo eventuale intervento terapeutico idoneo.

Negli anni, il Gruppo di Ricerca prevenzione disabilità neurosensoriali dell’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) ha eseguito indagini nazionali con l’obiettivo di monitorare l’implementazione e la copertura dello screening visivo con RRT presso tutte le neonatologie attive nel nostro Paese.

I risultati sui nati nel 2017 mostrano un tasso di copertura nazionale del 74,7% ben al di sotto degli standard qualitativi internazionali richiesti (≥ 95%), pur rappresentando lo screening visivo neonatale per l’identificazione precoce della cataratta congenita uno degli interventi sanitari con un più favorevole rapporto costo/beneficio.

La SIN è presente e attiva, con tutto il personale medico e infermieristico dei centri italiani di Neonatologia, e s’impegna costantemente per la divulgazione delle informazioni scientifiche atte a implementare l’universalizzazione sul territorio nazionale dei programmi di prevenzione e cura delle patologie visive che colpiscono i neonati.  

Proteomica: il nuovo laboratorio di ricerca dell’IRCCS Bietti

Aprirà nel mese di luglio e studierà il ruolo delle proteine nelle malattie neurodegenerative e rare dell’occhio con un’apparecchiatura all’avanguardia: Orbitrap Exploris 240 

Le proteine sono molecole importanti, i “mattoni” fondamentali della vita: la complessità chimica della loro composizione nonché la capacità di modificare la struttura tridimensionale e di interagire con le altre molecole chimiche e biologiche (lipidi, carboidrati), adattandosi alle necessità della cellula, permettono loro di svolgere una quantità enorme di funzioni all’interno dell’organismo: dal movimento dei muscoli, alla trasmissione degli impulsi nervosi, all’ingresso dei segnali diretti al nucleo alla capacità di eliminare una minaccia biologica (virus, batteri).  
Non sorprende, quindi, che la mancanza di alcune proteine, o l’alterazione dei meccanismi che soprassiedono al mantenimento dell’equilibrio tra diversi tipi di proteine, possano essere causa di gravi disfunzioni e patologie.   

“È il caso, per esempio, delle malattie neurodegenerative, delle quali il glaucoma fa parte. Il legame di queste malattie con proteine di interesse patologico, quale la proteina Tau è sempre meglio compreso”, spiega il dott. Francesco Oddone, responsabile dell’Unità di Ricerca Glaucoma presso l’IRCCS Fondazione Bietti. 

“È per studiare questa e altre proteine – che giocheranno un ruolo importante nelle cure e nelle diagnosi, anche nel breve futuro – che la Fondazione inaugurerà un nuovo laboratorio di ricerca dedicato alla proteomica. Nel mese di luglio aspettiamo un’apparecchiatura all’avanguardia per la spettrometria di massa – prosegue il medico. 

Come funziona la spettrometria di massa? 
“La proteomica è una branca della ricerca che è focalizzata sull’identificare in maniera sistematica le proteine e la loro struttura più fine in relazione alla loro quantità, qualità e interazione con altre molecole. La spettrometria di massa consente di identificare, con una sensibilità non paragonabile a qualsiasi altro approccio di laboratorio, l’insieme delle molecole (proteine, ma anche molecole organiche, in funzione dell’approccio scientifico) presenti all’interno di un campione oggetto di analisi. Pertanto, un saggio di proteomica è in grado di fornire informazioni qualitative (la composizione del campione appunto) e, dietro adozione di alcuni opportuni accorgimenti tecnici, quantitative (per ogni molecola, quanta ne è effettivamente presente, in senso assoluto ed in relazione alle altre) sulla composizione del campione stesso”.   

Che caratteristiche ha l’apparecchiatura della Bietti?  
“Grazie al sostegno della Fondazione Roma, l’IRCCS Bietti si è equipaggiato con uno strumento all’avanguardia della proteomica, ovvero un Orbitrap Exploris 240. 
L’apparecchiatura ha in dotazione un ulteriore sistema di rilevazione delle molecole, che prende il nome di Field asymmetric waveform ion mobility spectrometry (FAIMS) che rappresenta una tecnologia altamente innovativa sviluppata per migliorare la precisione delle osservazioni, nonché per agevolare lo studio della composizione ultramicroscopica delle particelle in analisi.”  

Che impatto avranno le ricerche? 
“Il taglio della ricerca in un IRCCS deve essere di natura traslazionale: l’orizzonte è applicare i risultati alla diagnostica o alle terapie delle malattie cronico degenerative dell’occhio quali glaucoma, degenerazione maculare senile, retinopatia diabetica, malattie rare e geneticamente determinate. La strategia scientifica che verrà sviluppata nel laboratorio di proteomica consentirà di ottenere informazioni su larga scala per tutte le patologie oculari che saranno oggetto di analisi.