Spaziolibero – Rai Uno, dott.ssa Monica Varano: la ricerca come elemento fondamentale per la prevenzione

Monica Varano

La dottoressa Monica Varano, direttore scientifico della Fondazione Bietti è stata ospite in studio a Spaziolibero – Rai Parlamento per raccontare i progetti e gli obiettivi dell’IRCCS

“Molte ricerche scientifiche sono mirate alla prevenzione, andando a indagare i fattori di rischio delle malattie – interviene la dott.ssa Monica Varano, ospite in studio a Spaziolibero, lo scorso 15 marzo–. Parlando di retinopatia diabetica, per esempio, la ricerca ha codificato come lo screening del paziente diabetico sia fondamentale per la prevenzione della patologia” precisa.

Numerosi sono gli studi attualmente in corso nei laboratori di ricerca della Fondazione Bietti, come quello condotto dalla dott.ssa Mariacristina Parravano, e dedicato alla retinopatia diabetica: “Attraverso tecniche di imaging andiamo a sfruttare i biomarcatori, elementi contraddistintivi di diagnosi precoce della progressione della malattia e di identificazione di risposta alle nostre terapie” spiega la Parravano durante il servizio di Spaziolibero.

Per quanto riguarda, invece, la neuropatia diabetica, la Fondazione Bietti, sta eseguendo studi in particolare nei soggetti giovani completamente asintomatici e con una glicemia ben compensata. “Nonostante siano pazienti in cui c’è un perfetto controllo glicemico, nei quali vi è una assenza delle complicanze da diabete, possiamo riscontrare in una fase precoce un’alterazione dei nervi corneali” interviene il dott. Domenico Lomoriello Schiano.

Altro laboratorio di ricerca importante all’interno della Fondazione Bietti è quello di Neuroftalmologia, diretto dal dott. Vincenzo Parisi: “In questo laboratorio studiamo la funzione dei vari elementi retinici e di come funziona la conduzione nervosa da occhio a cervello.
Con  tecniche e metodiche dedicate studiamo la funzione degli elementi fotorecettoriali (le cellule che hanno la funzione di trasformare la luce in stimolo elettrico) che ci permettono di identificare nella malattia diabetica delle disfunzioni in aree anche molto piccole” conclude Parisi.

La pandemia ha creato problemi come la mancanza di accesso alle cure essenziali da parte dei pazienti, con un conseguente pregiudizio della salute e nello stesso tempo anche la mancata possibilità di accesso alle strutture, perché convertite all’accoglienza di pazienti Covid, spiega il prof. Mario Stirpe, presidente dell’ IRCCS.

Tuttavia, l’attività di ricerca della Fondazione Bietti non si è fermata e mira sempre più “a fare rete con altri IRCCS nazionali e internazionali per l’identificazione dei biomarcatori di malattia che possono essere il futuro target per le terapie della malattia dell’occhio” come precisa la dott.ssa Monica Varano. 

È possibile seguire l’intero servizio a questo link

Patologie palpebrali e lacrimazione negli anziani: sintomi, cause e prevenzione

Con l’età aumenta il rischio di alterazioni a carico delle vie lacrimali. Possono avere tante cause ma non sono inevitabili e possono essere curate e prevenute dice il dott. Antonluca Boninfante, responsabile dell’Ambulatorio di Oftalmoplastica presso l’IRCCS Fondazione Bietti

Una eccessiva lacrimazione (epifora) può essere causata da un aumento della lacrimazione riflessa, come per l’uso cronico di colliri per il glaucoma, stimoli irritativi come le congiuntiviti allergiche, blefariti oppure da un insufficiente drenaggio delle vie lacrimali per cause ostruttive. La funzione delle palpebre è quella proteggere ed idratare l’occhio sia distribuendo correttamente il film lacrimale sia schermandolo fisicamente dai traumi. “

È importante notare – spiega il dott. Antonluca Boninfante – che la stessa motilità palpebrale che distribuisce le lacrime è anche responsabile della loro corretta veicolazione verso le normali vie di deflusso”. Palpebre e vie lacrimali sono, perciò, strettamente interconnesse e sono il settore di interesse dell’Ambulatorio di Oftalmoplastica presso la Fondazione IRCCS G.B. Bietti, del quale il dott. Boninfante è responsabile. “Le malattie che colpiscono le palpebre e i dotti lacrimali sono spesso (ma non necessariamente) legate all’età o correlate a molte patologie multifattoriali, come quelle reumatiche, endocrinologiche o oncologiche; o secondarie a traumi. Sono più frequenti nei soggetti anziani solitamente a causa della perdita di elasticità cutanea e dei tessuti connettivi. Associati alla lacrimazione (vedi qui articolo dedicato) spesso i pazienti affetti da problematiche palpebrali riferiscono altri sintomi come rossore e prurito. “Il legame con l’età non deve indurre a trascurare questi problemi – sottolinea Boninfante. – I disturbi delle palpebre e alla lacrimazione possono avere tante cause, ma non sono né inevitabili né intrattabili. Per questo è importante sottoporsi periodicamente a visita oculistica riferendo i sintomi in modo che lo specialista potrà valutare la causa tra le tante possibili e suggerire il trattamento più idoneo”.
Durante la visita, in particolare, verrà valutato il corretto posizionamento palpebrale; la presenza di blefariti e di fattori irritativi esterni, se necessario si effettueranno test per valutare quantitativamente la produzione basale di lacrime (test di Schirmer) e qualitativamente il film lacrimale (BUT) per il trattamento più idoneo.

Malattie rare e genetiche della vista: come le affronta l’ambulatorio dell’IRCCS Fondazione G.B. Bietti e come accedervi

Sintomi, diagnosi e trattamento delle distrofie retiniche ereditarie nell’intervista alla dott.ssa Lucia Ziccardi

 “La prima visita presso l’Ambulatorio di Neuroftalmologia e Malattie Genetiche e Rare dell’IRCCS Fondazione G.B. Bietti – spiega la dott.ssa Lucia Ziccardi, uno dei due clinici dell’Ambulatorio assieme alla dott.ssa Maria Cristina Parravano – è dedicata ad un esame strumentale e morfologico approfondito attraverso, in particolare, diverse tecniche di imaging retinico. Effettuiamo: misurazione del campo visivo, elettroretinogramma, valutazione della motilità oculare, OCT e OCT angiografia, autofluorescenza e retinografia. Lo scopo della visita – prosegue la dottoressa –  è quello di individuare il fenotipo della patologia, ovvero le sue caratteristiche, in modo da ridurre l’ambito di ricerca per il secondo livello della diagnosi: l’indagine genetica che permetterà di capire quali geni siano coinvolti. Trovare i geni significa individuare la patologia esatta con la quale abbiamo a che fare”. 

Quali sono i sintomi che fanno sospettare la presenza di una malattia rara della vista? 
“In primo luogo, ci sono i sintomi che il paziente stesso avverte: fotofobia, nistagmo, visione crepuscolare alterata, difficoltà nel distinguere i colori, presenza di scotomi e di aree di riduzione del campo visivo. Gli oculisti possono rilevare anche alcuni segni caratteristici nell’esame del fondo dell’occhio. 

Ci sono, inoltre, altri segnali: la ricorrenza di una malattia genetica all’interno della famiglia e la sindromicità, ovvero la presenza simultanea di altre patologie come sordità, obesità, cardiopatie, alterazioni metaboliche e muscolo-scheletriche.”  

Quando si manifestano le malattie rare della vista? 
“Nella maggior parte dei casi si manifestano nella seconda decade di vita. Sono, pertanto, un problema principalmente pediatrico e dell’età dello sviluppo.”   

 Che tipo di malattie rare e genetiche trattate presso la Fondazione Bietti? 
“Esistono due grandi categorie: le distrofie retiniche, caratterizzate da alterazioni funzionali – e le malformazioni, che comportano delle alterazioni anatomiche e congenite della struttura dell’occhio. Le malformazioni sono pertinenza dell’Ambulatorio Pediatrico. Presso l’Ambulatorio di Neuroftalmologia ci occupiamo delle distrofie retiniche. In questo tipo di patologie la persona è deficitaria di uno o più geni che codificano per un elemento biochimico – per esempio una proteina – essenziale per la vista. Alcune proteine sono, infatti, elementi cardine del fototrasduzione, ovvero del processo che porta il segnale della luce attraverso l’occhio fino al cervello. Altre hanno impatto sulla solidità strutturale della retina o sull’eliminazione di metaboliti tossici. Mancando una o l’altra di queste proteine, la visione è compromessa.”  

C’è una cura per le distrofie retiniche? 
“Si possono curare le complicanze delle distrofie, come la cataratta, l’edema oculare o la vascolarizzazione anomala. Ma, essendo malattie originate dall’assenza o dalla non funzionalità dei geni, non possono essere curate. Al momento, esistono interventi di supporto terapeutico e di riabilitazione visiva. Il supporto mira a rallentare l’evoluzione delle distrofie retiniche attraverso la protezione dalla luce solare – che è stato dimostrato le accelera particolarmente – e dal fumo. Inoltre, si somministrano grandi quantità di antiossidanti.”  

Quale è l’esito di queste malattie? 
“L’evoluzione è generalmente lenta ed è caratterizzata da una progressiva riduzione delle capacità e del campo visivi causati dalla compromissione delle cellule retiniche, sia i coni che i bastoncelli.”   

Quanti anni passano dall’insorgenza dei sintomi alla loro forma ‘definitiva’? 
“L’esito, per tutte le distrofie retiniche, è una grave ipovisione, soggiunta la quale rimangono, però, aperti percorsi integrati di riabilitazione visiva. Il nostro centro di riferimento è Il Polo Nazionale Ipovisione di Roma presso il quale i pazienti possono stimolare il residuo visivo e imparare ad usare gli ausili ottici e informatici per riconquistare spazi di autonomia e libertà.” L’accesso all’Ambulatorio di Neuroftalmologia e Malattie Genetiche e Rare dell’IRCCS Fondazione G.B. Bietti è a cadenza settimanale. I pazienti, o i medici che hanno questi in cura, posso prenotare scrivendo a federica.petrocchi@fondazionebietti.it, oppure telefonando il mercoledì dalla 15:00 alle 17:00 al numero 06 77052962.

Occhio secco ed allergie di stagione: come fare?

Perché si potenziano a vicenda e in che modo trattare o prevenire i sintomi nelle parole del dott. Domenico Schiano Lomoriello, responsabile dell’Unità di ricerca Segmento anteriore con annessi oculari della Fondazione IRCCS G.B. Bietti

L’allergia stagionale aggrava i sintomi dell’occhio secco. Non è un binomio che si presenta spesso, perché l’allergia tende ad interessare le fasce più giovani, mentre l’occhio secco si manifesta usualmente nelle generazioni più anziane.

Tuttavia, quando questi due fenomeni si presentano assieme possono creare molti fastidi alla persona. Capiamo perché.

È ormai riconosciuto dalla letteratura medica che, per trattare i sintomi dell’occhio secco, è opportuno spezzare il circolo vizioso infiammatorio che lo caratterizza e che, se lasciato a se stesso, continua ad autoalimentarsi.

Il punto dal quale partire è il ruolo delle lacrime che rappresentano la principale difesa dell’occhio da agenti esterni assieme a palpebre e ciglia.

Le lacrime sono, infatti, sia una protezione meccanica – uno strato di liquido – sia una protezione chimica ed immunitaria, grazie all’attività enzimatica che protegge l’occhio dai patogeni.

Nell’occhio secco, la riduzione in qualità e quantità delle lacrime espone la superficie oculare a maggiori insulti dall’esterno. Ne consegue uno stato di infiammazione che, a sua volta, ostacola la produzione lacrimale peggiorando la secchezza oculare e perpetuando il ciclo.

Per questo motivo, la terapia per l’occhio secco, oltre all’integrazione con sostituti lacrimali e ad una corretta igiene palpebrale, tende – oggigiorno – ad includere dei blandi cortisonici per ridurre lo stato di infiammazione.

L’allergia di stagione comporta, a sua volta, un processo infiammatorio quando gli allergeni entrano in contatto con le mucose esposte. Si capisce, allora, perché le persone che sono soggette sia alla sindrome da occhio secco che ad allergie soffrano particolarmente: i due fenomeni infiammatori si alimentano a vicenda.

Per trattare i sintomi si fa ricorso alle terapie prescritte dal Medico Oculsita per l’occhio secco e a quelle, eventualmente, aggiunte per far fronte all’allergia. Per prevenirli la mascherina può rappresentare un valido aiuto. Sebbene, infatti, la mascherina peggiori la secchezza oculare, nel caso di concomitanti allergie protegge naso e bocca dal contatto con gli allergeni, riducendo in maniera significativa l’infiammazione locale.

Sanità Lazio: accreditata la Fondazione Irccs G.B. Bietti

Concluso l’iter per il primo Istituto monospeciualistico in Italia. 945 pubblicazioni scientifiche, con 50 mila pazienti oculistici presi in carico.

Si è concluso l’iter di accreditamento presso la Regione Lazio della Irccs  Fondazione G.B. Bietti.

Lo ha annunciato in una nota lo stesso Assessore alla Sanità Alessio D’Amato sul suo profilo FB. “È stato accreditato l’IRCCS Fondazione Bietti, il primo istituto mono specialistico di ricerca e cura in Italia, rafforzando la filiera delle cure oculistiche nel servizio sanitario regionale. L’IRCCS Fondazione Bietti ha prodotto oltre 945 pubblicazioni scientifiche, con 50 mila pazienti presi in carico nella sua attività. Oggi è stato compiuto un passaggio in più, relativo alla conclusione del percorso di accreditamento. La struttura è dotata di un blocco operatorio, di un laboratorio generale e di diagnostica per immagini e, inoltre, di attività ambulatoriali con presidio di chirurgia ambulatoriale. È un riconoscimento importante per un istituto che svolge un’attività al servizio dei cittadini, così, la Regione Lazio si pone all’avanguardia nelle cure oculistiche”.

Prevenzione della violenza contro gli operatori sanitari: sabato 12 marzo è la prima giornata nazionale

La Fondazione IRCCS G.B. Bietti aderisce all’iniziativa

Nel quinquennio 2016-2020 sono stati più di 12mila i casi di infortunio in occasione di lavoro accertati positivamente dall’Inail e codificati come violenze, aggressioni, minacce e similari perpetrate nei confronti del personale sanitario, con una media di circa 2.500 l’anno (fonte INAIL).
La maggior parte di questi incidenti avviene in ospedali e case di cura e vede, come categorie più colpite, i tecnici sanitari, gli infermieri e gli operatori sociosanitari, in particolare le donne.

“La Fondazione IRCCS G.B. Bietti è impegnata concretamente nel ridurre il rischio e le occasioni che possono ingenerare abusi verbali o fisici su operatori e operatrici” spiega la Direttrice Sanitaria, dott.ssa Angela Maria Mastromatteo.
Scopo della giornata nazionale è diffondere informazione ed educazione per il pubblico al fine di aumentare la fiducia e ridurre le occasioni di abuso. “A questo sforzo, che la Fondazione abbraccia completamente, abbiamo aggiunto anche un’iniziativa di formazione del personale per aumentare gli strumenti di prevenzione” precisa la direttrice.

La Fondazione Bietti ha individuato nella comunicazione tra operatore e utente uno degli snodi cruciali per disinnescare il rischio di violenza. “La comunicazione è in grado di esacerbare o dissolvere le tensioni – spiega Mastromatteo -.
È importante che il personale a contatto con il pubblico sia preparato a fronteggiare le situazioni critiche e a gestirle in modo da tutelare sia la propria incolumità che la sensibilità di un paziente o di un familiare in un momento di difficoltà”.

Elisir – Rai Tre, Schiano: quando operarsi di cataratta

Il dott. Domenico Schiano Lomoriello ospite in studio da Michele Mirabella

Lo scorso 28 febbraio il dott. Domenico Schiano Lomoriello ha partecipato alla trasmissione Elisir, in onda su Rai Tre per raccontare un intervento sicuro che, però, non va banalizzato perché prevede alta tecnologia e una ottima padronanza di microchirurgia: la cataratta.

L’intervento completo del dott. Schiano è visibile a questo link precisamente dal min. 0.45 al min 0.51 e dal min 1.07 al min 1.08.
Credits: fermoimmagine trasmissione Elisir, Rai Tre

I tre fondamentali: un approccio olistico al glaucoma

È la seconda causa di cecità al mondo e, per affrontarlo, dobbiamo fondere in un unico orizzonte diagnosi precoce, aderenza terapeutica ed emancipazione del paziente. L’intervista a Francesco Oddone nella settimana mondiale del glaucoma

Diagnosi precoce, aderenza terapeutica ed emancipazione dei pazienti attraverso la conoscenza: questi i tre pilastri fondamentali della lotta al glaucoma. “Per sconfiggere il ladro silenzioso della vista abbiamo bisogno di tutti e tre contemporaneamente. Abbiamo bisogno di un approccio olistico alla seconda causa di cecità al mondo”.

Il dott. Francesco Oddone è il responsabile dell’Unità Glaucoma presso l’IRCCS Fondazione G.B Bietti, il primo Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico dedito all’oftalmologia in Italia. “Ci sono 76 milioni di persone affetta da glaucoma del mondo e si stima saranno 111 nel 2040. In Italia l’incidenza si pensa raggiunga 1 milione di persone, la metà delle quali non è al corrente del rischio gravissimo alla vista che sta correndo”.

“La settimana mondiale del glaucoma è l’occasione per fare il punto sulla situazione, ma è chiaro che la prevenzione per il glaucoma deve durare per tutta la vita”. Ecco perché: “Il glaucoma è una malattia estremamente pericolosa per la vista perché è una malattia prevalentemente asintomatica: la degenerazione del nervo ottico alla base della malattia è irreversibile, ma avviene così lentamente che la persona tende a compensare l’impercettibile diminuzione quotidiana del campo visivo. Quando ci si accorge di avere un problema, è troppo tardi: l’occhio è pressoché cieco.

Questo ci spiega perché la visita presso un Medico Oculista è la più importante ed essenziale forma di prevenzione: la precocità della diagnosi è direttamente proporzionale alla ‘quantità’ di vista che si può salvare”. “La diagnosi precoce, però, non è garanzia di cura. La terapia farmacologica richiede, nella maggioranza dei casi, la somministrazione quotidiana di colliri e controlli periodici per valutarne l’efficacia. Non è un percorso sempre facile e la tolleranza alla terapia non è uniforme. Il glaucoma è una malattia cronica e si deve curare con costanza. Il rispetto della terapia e dei controlli periodici è un ingrediente fondamentale per prevenire la perdita della vista”. “L’informazione, infine, è l’elemento portante di uno stile di vita consapevole da parte delle persone. La persona informata è la persona che può scegliere sulla base dei fatti. È il cittadino che sceglie di farsi visitare.
La prevenzione deve essere attiva e la conoscenza per la propria salute, è la chiave dell’emancipazione del paziente: ciò che lo rende attore del suo percorso di cura e di prevenzione”.

“Tutti questi elementi – conclude Oddone – contribuiscono ad arginare la cecità causata dal glaucoma e non ne può mancare nessuno. Per questo abbiamo bisogno, come società, di un approccio olistico al glaucoma: una malattia che si sconfigge solo se le persone ne conoscono il rischio e sanno che deve essere diagnosticata presto e curata regolarmente per tutta vita”. Il primo passo, perciò, è una visita dal Medico Oculista: una volta ogni 3-4 anni prima dei 40 anni, una volta ogni due anni dopo i 40 anni; una volta all’anno dopo i 60.

Per approfondimenti sulla Settimana Mondiale del Glaucoma, consultare il sito web ufficiale www.worldglaucomaweek.org

 

Spaziolibero – Rai Parlamento, Mario Stirpe: la pandemia non ha fermato l’attività di ricerca dell’IRCCS Fondazione Bietti

Il presidente della Fondazione Bietti ospite di Spaziolibero – Rai Parlamento per parlare di ricerca in tempo di pandemia

Nonostante la pandemia, o forse proprio grazie ad essa, “nel campo della ricerca scientifica è stato un anno sorprendentemente fertile”. A dichiararlo è il prof. Mario Stirpe, Presidente dell’IRCCS Fondazione G.B.Bietti durante un intervento nella trasmissione “Spazio Libero” di Rai Parlamento. L’anno della pandemia infatti ha severamente messo in crisi il settore delle “cure dirette dell’ammalato” ma ha permesso di dedicare molto più tempo e risorse ai progetti di ricerca. 

Ricerca che è ormai uno dei cuori pulsanti dell’attività della Fondazione, in particolare la ricerca traslazionale ovvero la trasformazione dei risultati ottenuti dal lavoro di concerto di biotecnologi, biologi e medici oculisti sullo studio e l’indagine delle basi fisiopatologiche delle malattie dell’occhio, in “strumenti applicabili alla pratica clinica” ha spiegato durante l’intervista il direttore scientifico IRCCS Fondaszione Bietti dott.ssa Monica Varano

Rai Parlamento ha quindi accompagnato gli spettatori all’interno delle stanze di laboratorio, di visita e di ricerca della Fondazione, approfondendo ancor di più le patologie più diffuse, come ad esempio la maculopatia e il glaucoma.

“La maggior parte degli IRCCS sono concentrati nel nord Italia – ha aggiunto il Presidente Mario Stirpe- ecco perchè è fondamentale sostenere anche le altre realtà che si appoggiano a Fondazioni esterne per avere una maggiore sicurezza, come abbiamo avuto il privilegio di fare noi con la Fondazione Roma” . Quale il prossimo obiettivo della Fondazione? ” Ora è fondamentale portare un netto miglioramento per quanto concerne le patologie meno risolte – ha concluso il Pres. Stirpe – per questo indirizziamo la nostra ricerca verso quei settori”. 

Per vedere l’intervento integrale cliccare al link ufficiale di Rai Parlamento

Credits immagine di copertina: fermo immagine da servizio video Rai Parlamento