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Missione in Antartide

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Lo studio del Laboratorio di ricerca della IRCCS-Fondazione Bietti presso la base scientifica italo-francese Concordia fa parte delle ricerche “Towards Mars”. L’obiettivo è capire la reazione del film lacrimale alle condizioni ambientali e la sua correlazione con il “discomfort” oculare

Il film lacrimale è una vera e propria porta dell’organismo: una barriera dinamica che riceve e filtra gli stimoli dell’esterno – luce, vento, polvere, microrganismi – e protegge l’epitelio della superficie oculare. Il film lacrimale è un misto di molecole ‘lubrificanti’, quali lipidi e mucopolisaccaridi, e proteine ad azione antibatterici, come particolari enzimi e le immunoglobuline (anticorpi). Se il film lacrimale si riduce, come avviene nell’occhio secco, l’epitelio è scoperto e vulnerabile.

Ma quanto pesa l’ambiente esterno nella composizione chimica del film e come si adatta a condizioni sfavorevoli o estreme? È questo l’orizzonte della ricerca¹ condotta dal Laboratorio di ricerca presso la base scientifica Concordia in Antartide. Lo studio, partito a novembre 2020, e che continuerà anche nella prossima missione scientifica che si avvicenderà presso la stazione, ha come coorte di studio, quindici volontari che permangono isolati e confinati nella stazione durante il lungo inverno antartico.

“Temperature sottozero, radiazioni ultraviolette, che richiedono l’uso costante di lenti protettive, venti molto forti e disidratanti all’esterno delle strutture e ambienti affollati e aria costantemente condizionata all’interno sono – dice la responsabile dello studio, la dott.ssa Alessandra Micera – tutti elementi particolarmente stressanti per l’occhio”. Tali condizioni ricordano in parte quelle sperimentate dagli astronauti della stazione spaziale internazionale (ISS) che, una volta rientrati dalle missioni, non di rado lamentano bruciori e problemi alla vista.

Lo studio è finanziato dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA) e si svolge in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). La collaborazione con l’Università di Pavia, come seconda Unità Operativa diretta dalla Prof.ssa Paola Palanza permetterà di approfondire le tematiche attraverso lo sviluppo di modelli sperimentali e questionari dedicati.

Ogni giorno – spiega Micera, responsabile dei Laboratori di Ricerca della Fondazione Bietti – i soggetti volontari in Antartide raccolgono campioni di “lacrime” e compilano questionari seguendo le istruzioni di una Applicazione dedicata, che abbiamo sviluppato appositamente per lo studio, particolarmente utile durante questo periodo di emergenza sanitaria per effettuare valutazioni in remoto. I campioni, inviati al nostro laboratorio, verranno confrontati con quelli provenienti da una coorte di controllo.

“Sono ricerche entusiasmanti – conclude Alessandra Micera – non solo raggiungeremo una maggiore comprensione della genesi ambientale dell’occhio secco, della sua relazione con le condizioni esterne e della capacità, da parte del film lacrimale, di reagire e adattarsi all’ambiente circostante, ma faremo anche passi in avanti nel comprendere se e come il film lacrimale possa essere un valido liquido biologico per test diagnostici. Questo permettere in futuro la possibilità di eseguire esami meno invasivi di quelli che attualmente prevedono il prelievo di sangue. Infine, potremo contribuire ad una migliore preparazione e salvaguardia della salute degli astronauti nelle prossime missioni spaziali, e perché no, per i futuri turisti dello spazio.”

¹ Evaluation of tear film evolution during long-term stay at Antarctica by means of ophthalmological and behavioural evaluation. Alessandra Micera

24 Marzo 2021
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