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La Degenerazione Maculare legata all’età, come si può intervenire?

FondazioneBietti_degenerazioneetà

La dott.ssa Mariacristina Parravano dell’IRCCS Fondazione G.B. Bietti di Roma illustra le terapie più efficaci

Come è possibile intervenire in caso di degenerazione maculare legata all’età? Quali terapie si possono utilizzare? Lo spiega la dott.ssa Mariacristina Parravano dell’IRCCS Fondazione G.B. Bietti di Roma.  “I farmaci anti-VEGF somministrati per via intravitreale – spiega – si utilizzano per il trattamento della forma neovascolare della degenerazione maculare legata all’età in fase attiva. La definizione di attività comprende sia parametri funzionali (come la riduzione dell’acuità visiva), sia morfologici all’esame strutturale OCT (Tomografia a coerenza ottica). Tra i parametri morfologici all’OCT si considerano sia quelli quantitativicome l’aumento dello spessore retinico, sia i qualitativicome la presenza di fluido intra/sottoretinico e sotto l’epitelio pigmentato retinico”.

Come agiscono sulla retina?

“La maggior parte dei farmaci intravitreali hanno come target una proteina chiamata vascular endothelial growth factor (VEGF), ed hanno effetto anti-angiogenico e anti-edemigeno. Questo permette di avere sia un riassorbimento della componente edematosasia un’azione sulla componente neovascolare della lesione». Lo stadio al quale le cure hanno inizio è significativo per l’esito delle cure stesse. Infatti, spiega la dottoressa Parravano «dai dati dei numerosi trials clinici, ad oggi disponibili, sappiamo che l’inizio immediato della terapia garantisce un risultato visivo migliore a lungo termine, quindi prima si inizia il trattamento più garanzie si hanno su una buona prognosi visiva. Il trattamento di una lesione avanzata non permette di avere buoni risultati prognostici”.

Quale è la prassi alla Fondazione Bietti?

“Nel nostro centro di retina medica della Fondazione Bietti presso l’Ospedale Britannico si è organizzati per fornire una diagnosi precoce utilizzando un imaging multimodale e per programmare cicli di trattamenti precoci con farmaci intravitreali e i rispettivi controlli. Oltre a garantire un trattamento precoce con le prime tre iniezioni mensili consecutive, si cerca infatti di effettuare regimi fissi con intervalli individualizzati di trattamento (treat and extend). C’è la necessità quindi di monitorizzare costantemente il paziente proprio per capire il giusto regime di trattamento individualizzato”. È importante capire come reagiscono i pazienti. “Il momento della diagnosi di una maculopatia essudativa con compromissione della vista – aggiunge la dottoressa – rappresenta un momento delicato e difficile da accettare per il paziente. La spiegazione della malattia e del tipo di trattamento attraverso iniezioni intravitreali crea sempre molto timorema fa crescere la speranza ad oggi di avere un trattamento che è in grado di bloccare la patologia nella maggioranza dei casi e addirittura di avere un miglioramento del quadro clinico in una più piccola percentuale di casi. Sicuramente trattandosi di una patologia cronica con spesso un numero di iniezioni elevato si può osservare a lungo termine sconforto o perdita di aderenza al trattamento. La perdita di aderenza al trattamento ovviamente non è esclusivamente relativo alla scarsa percezione di risultati funzionali, ma può dipendere dall’insorgenza o aggravamento di altre patologie concomitanti. È comunque da ricordare che la compromissione visiva nei pazienti con degenerazione maculare legata all’età rappresenta una delle cause più importanti di depressione nei soggetti anziani”.

11 Dicembre 2019
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