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Sostenibilità della ricerca scientifica e dell’assistenza sanitaria: una sfida per nuovi modelli economici

FondazioneBietti_interventosavona

Un estratto dell’intervento di Paolo Savona, Professore emerito di Politica economica, in occasione delle Celebrazioni per i 40 anni dell’IRCCS G.B. Bietti

“Il tema scelto per celebrare il 40° della Fondazione Bietti inevitabilmente oscilla tra gli aspetti generali della ricerca scientifica quale forza trainante della crescita reale e del benessere sociale e quelli specifici legati allo stato del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), investito da un’ondata di critiche basate su considerazioni di giustizia sociale che prescindono dai vincoli derivanti dalle risorse utilizzabili per il settore.

La tesi che una parte significativa del benessere sociale è strettamente connessa con lo stato della salute dei cittadini ha fondamenti statistici solidi; questo è a sua volta legato al livello garantito di assistenza sanitaria e ai progressi della ricerca scientifica in generale e quella specifica in materia.

I principali contenuti di queste insoddisfazioni vengono avanzati come violazioni dei principi fondanti dell’assistenza sanitaria pubblica di “universalità, eguaglianza ed equità”.

Abbiamo raggruppato queste insoddisfazioni in tre categorie (Molte di queste informazioni sono tratte dai dati della Ragioneria Generale dello Stato e dai Rapporti Gimbe, per buona parte dal 6° Rapporto dell’ottobre 2023):

  • lunghi tempi di attesa e difficile accesso alle innovazioni diagnostiche pubbliche; aumento prestazioni attribuite al settore privato; migrazione sanitaria e rinunce alle cure;
  • “frammentazione” delle prestazioni sul territorio che hanno creato una distribuzione iniqua nella ripartizione della spesa sanitaria (che, si sostiene, può essere aggravata dal “regionalismo differenziato”);
  • confronto in ambito UE.

La risposta a queste insoddisfazioni è che la ricerca in generale e quella specifica sanitaria va comunque incoraggiata e protetta, qualsiasi sia il risultato, perché rappresenta parte essenziale del progresso civile di uno Stato e dell’intera umanità.

Evidenziare gli effetti negativi da correggere è obiettivo altrettanto doveroso da perseguire, collocandoli nella già ricordata funzione di utilità sociale. In subordine, la gestione efficiente ed efficace delle risorse pubbliche da destinate alla ricerca è un’esigenza fondamentale. Il profilo etico e quello economico-finanziario in questo campo sono strettamente correlati.

Concentrando la nostra attenzione sulle relazioni tra spese per la ricerca a fini sanitari e andamenti delle prestazioni in materia, va innanzitutto riconosciuto che esistono punti di eccellenza anche nel SSN, ma i privati hanno capacità di adattamento più rapido, soprattutto per soddisfare i bisogni di personale qualificato, uno dei punti deboli dell’offerta pubblica che abbiamo già evidenziato.

In questo quadro va segnalato il ruolo centrale svolto nel settore dai 53 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), di cui la Fondazione Bietti è una componente di prestigio.

Queste istituzioni godono di sostegno pubblico e sono capaci di attrarre contributi privati per la loro attività nelle diverse materie sanitarie; ossia svolgono “una competizione virtuosa tra pubblico e privato” che le impedisce di essere coinvolte, senza però sottrarsi, ai vincoli finanziari di cui anch’esse patiscono, come ogni altra istituzione dello Stato e famiglia che gode di redditi medio-bassi.

Le IRCCS forniscono anche un contributo a ridurre le insoddisfazioni fornendo assistenza sanitaria di qualità, indispensabile per raccogliere informazioni pratiche per la validità delle ricerche condotte. Poiché ricevono sussidi pubblici, esse sono sottoposte a dettagliati resoconti, i cui criteri di compilazione ricoprono 27 pagine del Rapporto del Ministero della Sanità sul settore, distogliendo risorse a quelle direttamente investite nella ricerca.

Poiché le IRCCS sollecitano il giudizio di privati, come quello svolto da Gimbe e dal Centro Life Science, delle cui analisi questo lavoro ha beneficiato, l’alleggerimento di questo onere di rendicontazione formale potrebbe entrare nel nuovo modello economico sanitario che il Paese ricerca.

Sappiamo anche che, al di là dell’iniziativa europea NGEU (in Italia il PNRR), la Commissione Europea ha messo a disposizione nuove risorse per la ricerca, esse consentiranno di ampliare entro il 2028 le risorse disponibili nel settore a oltre 2000 mld di euro, la cui ripartizione tra paesi membri si spera che superi il peso territoriale e tega conto del prestigio acquisito dalle IRCCS.

In estrema sintesi, la conclusione dell’esame dello stato della sanità in Italia, il nuovo modello economico del SSN deve saper conciliare il vincolo delle risorse disponibili con le altre esigenze di intervento dello Stato, passando dalle soluzioni telematiche sorrette dall’IA e un programma di ricerca che destini i risultati alla rimozione delle insoddisfazioni vigenti del SSN. Il tutto accompagnato da un energico programma di educazione dei cittadini che abbracci simultaneamente le tre istanze individuate.”

23 Aprile 2024
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