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Occlusione Venosa Retinica

Definizione

Per Occlusione venosa retinica (Retinal Vein Occlusion, RVO) si intende un gruppo eterogeneo di malattie vascolari retiniche che si differenziano per patogenesi, aspetti clinici, decorso e complicanze. L’occlusione può riguardare la vena centrale della retina (CRVO) oppure solo un ramo di essa e, in tal caso, si parla di Occlusione Venosa di Branca Retinica (BRVO).  

Sintomatologia

Le occlusioni venose retiniche comportano un severo deterioramento della funzione visiva e si verificano quando è ostruita la circolazione di una vena retinica. Conseguenze sono la formazione di emorragie retiniche e, molto comunemente, lo sviluppo di aree ischemiche (aree scarsamente irrorate) e/o di edema maculare.  

Diagnostica

Una diagnosi e un trattamento precoci passano attraverso una serie di esami diagnostici: l’oftalmoscopia, l’esame biomicroscopico del fondo oculare, la fluoroangiografia e l’OCT (utile soprattutto nel follow-up del paziente). In soggetti giovani affetti da RVO, con età compresa tra 43 e 69 anni, l’aumentato rischio di mortalità cardiovascolare impone una profilassi primaria degli eventi cardiovascolari mediante trattamento a lungo termine con farmaci antitrombotici. I principali fattori predisponenti sono sicuramente i fattori di rischio cardiovascolare come arteriosclerosi, ipertensione arteriosa, diabete mellito, iperlipidemia, obesità, fumo, occlusione della carotide. Altri importanti fattori di rischio sono le alterazioni reologiche (ematocrito aumentato, aumentata viscosità del plasma, aumentata aggregazione dei globuli rossi, ridotta deformabilità dei globuli rossi). Estremamente importanti sono le alterazioni della viscosità del plasma, mentre altri fattori di rischio riguardano lo stato trombofilico: iperomocisteinemia, anticorpi anti-fosfolipidi, resistenza alla proteina C attivata (fattore V di Leiden), mutazioni, ridotti livelli di inibitori del plasminogeno, contraccettivi orali. Infine, esistono pure fattori di rischio locali: glaucoma, trauma, vasculite retinica, occlusione dell’arteria centrale; tutte le condizioni che provocano una riduzione del canale della lamina cribrosa come drusen, papilledema; malformazioni artero-venose che sono causa di ipertensione venosa; sindrome di iperviscosità (policitemia, macroglobulinemia, mieloma, leucemia). 

Terapia

Nei disordini retinici vascolari il ricorso a terapie intravitreali, ovvero all’utilizzo di farmaci anti-VEGF, induce un miglioramento dell’acuità visiva e una riduzione dello spessore maculare. Necessarie iniezioni multiple (reiterazione della procedura) o impianto intravitreale a lento rilascio. Il laser invece, può intervenire nel trattamento delle complicanze (edema maculare o neovascolarizzazione). Particolari condizioni cliniche giustificano l’approccio chirurgico. 

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