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UR Retina Chirurgica

L'Unità Operativa di Chirurgia Vitreoretinica si occupa dello studio e della cura delle patologie che interessano retina, macula e corpo vitreo.

Dal punto di vista della ricerca l’unita operativa ha in corso studi sulla patogenesi, l’evoluzione e il trattamento delle malattie che colpiscono la retina e in particolare la regione maculare. La dotazione strumentale dell’unità comprende strumentazione avanzata, tra cui prototipi di OCT angiografici di ultima generazione, utilizzati per lo studio dei fenomeni preclinici che possono essere all’origine delle patologie dell’interfaccia vitreoretinica a livello maculare.

L’unita operativa svolge attività di ricerca presso il centro di clinical trial in via Livenza 3 ed attività clinica e chirurgia presso l’unità operativa di ricovero e cura dell’Ospedale Britannico. L’attività si caratterizza per un approccio multidisciplinare alla ricerca clinica, avvalendosi di una collaborazione tra oculisti, biologi e genetisti.

Presso l’unità operativa di ricovero e cura dell’Ospedale Britannico è attivo un ambulatorio di patologia vitreoretinica in convenzione con il SSN. Presso tale struttura è possibile eseguire valutazione clinica e strumentale (OCT, esami angiografici e funzionali). Presso tale centro si svolgono, inoltre, interventi di vitrectomia, chirurgia per distacco retinico, peeling di membrane maculari e interventi per fori maculari.

Progetti di di ricerca

I progetti della Ricerca Corrente della UR di Retina Chirurgica per il 2022 hanno lo scopo di portare avanti e ampliare lo studio dei dati anatomici e funzionali nel pre- e post operatorio delle patologie vitreo-retiniche mediante l’uso di strumentazioni di ultima generazione insieme all’analisi biomolecolare dei tessuti al fine di individuare biomarkers specifici utili a fornire un possibile migliore orientamento nella scelta di una più appropriata tempistica e tecnica chirurgica. 

Nel dettaglio, l’UR di Retina Chirurgica sarà impegnata nell’individuare biomarkers specifici delle modificazioni morfo-funzionali secondarie a trattamento delle principali patologie maculari di interesse vitreo-retinico (fori maculari, membrane epiretiniche e trazioni vitreo-retiniche) attraverso un’attenta analisi morfologica nel pre- e post operatorio ottenuta mediante  tecniche diagnostiche non invasive come la tomografia a coerenza ottica (OCT angiografico) e l’ottica adattiva, correlandone i risultati ai parametri funzionali ottenuti con metodiche soggettive quali la misurazione dell’acuità visiva con ETDRS, la microperimetria e la valutazione delle metamorfopsie tramite l’uso di specifiche tabelle al fine di individuare fattori predittivi del recupero funzionale nei pazienti sottoposti a trattamento chirurgico. 

Altri progetti in essere riguardano lo studio in laboratorio della fluidodinamica vitreale con modelli fisico-matematici e la sua applicazione sullo sviluppo di nuove strumentazioni nella chirurgia oculare associata alle patologie vitreo-retiniche. Correlata a questo studio è la valutazione delle possibili interazioni sull’anatomia vitreo-retinica delle varie procedure chirurgiche del segmento anteriore.

La nostra UR di Retina Chirurgica, in collaborazione con la UR di ricerca Laboratorio, sta sviluppando un progetto di ricerca riguardante l’analisi del profilo biomolecolare dei mediatori infiammatori e proangiogenici nei fluidi oculari (vitreo e acqueo) e nei tessuti annessi (membrane epiretiniche, capsula anteriore del cristallino), ottenuti durante la chirurgia. Le analisi statistiche permetteranno di correlare i dati biomolecolari con quelli biostrumentali di prognosi e di monitoraggio terapeutico al fine di individuare potenziali applicazioni terapeutiche personalizzate. Infine, i dati ottenuti, rappresentativi di pazienti affetti da patologie dell’interfaccia vitreo-retinica e sottoposti ad intervento di cataratta, permetteranno di acquisire nuove informazioni sulla fisiopatologia associata allo sviluppo delle alterazioni vitreo-retiniche e di individuare nuovi target per lo sviluppo di terapie “mirate” alternative per un’appropriata tempistica ed efficacia chirurgica. Essendo noto che le modificazioni anatomo-funzionali retiniche e coroideali sono associate alla miopia elevata, la valutazione dei profili biomolecolari su umore acqueo/vitreo prelevato da soggetti con diversi livelli di miopia al momento della cataratta potrebbero essere utili per acquisire nuove conoscenze sullo stato degenerativo intraoculare e poter sviluppare terapie locali e/o sistemiche atte a riequilibrare l’omeostasi vitreo-retinica nel miope elevato. 

 

1. Valutazione e comparazione con gruppo di controllo della densità di flusso nei plessi capillari superficiale, profondo, coroideale e della sensibilità retinica in occhi controlaterali clinicamente sani di pazienti con membrane epiretiniche idiopatiche (MERIOC)

La formazione di membrane epiretiniche maculari idiopatiche (MERI) è una causa relativamente frequente di deficit visivo che tende ad aumentare di frequenza con l’età. La formazione di tali membrane appare essere correlata a fenomeni meccanici correlati al distacco del vitreo, tuttavia, esistono elementi per ipotizzare che alterazioni preesistenti a livello della retina stessa possano predisporre l’occhio all’insorgenza di questa patologia.

Lo scopo dello studio è di investigare con uno studio prospettico osservazionale l’ultrastruttura retinica maculare dell’occhio controlaterale sano, dal punto di vista sia anatomico che funzionale, in casi selezionati di pazienti che presentino MERI in un solo occhio. Lo studio comporterà una sofisticata valutazione anatomica con strumentazioni per l’imaging retinico di ultima generazione (swept-source OCT, angio-OCT) ed un’analisi funzionale avanzata layer-by-layer (microperimetria, mfERG, PERG, FERG). In particolare, saranno cercate eventuali differenze tra gruppo di controllo e gruppo di studio per ciò che riguarda il flusso ematico a livello dei plessi capillari retinici omologhi (obiettivo primario).

Lo studio sarà effettuato su un campione di soggetti sani (gruppo di controllo), che saranno confrontati con soggetti affetti da MERI monoculare.

End points

  1. Evidenziare eventuali differenze tra gruppi nel flusso ematico retino/coroideale
  2. Evidenziare eventuali correlazioni tra flusso ematico retino/coroideale e morfologia delle MERI
  3. Identificare parametri di flusso/morfologici/funzionali, che possano rappresentare eventuali fattori di rischio in soggetti normali e/o fattori prognostici nei pazienti con MERI
  4. Fornire eventuali valori di cut-off relativi ai parametri di flusso/funzionali, calcolati rispetto ai valori di controllo sani, che rappresentino indice di rischio per lo sviluppo di MERI

 

2. Valutazione dei movimenti tangenziali della retina in pazienti sottoposti a rimozione della membrana maculare epiretinica

Nelle membrane epiretiniche, l’esame OCT mostra la presenza di una banda iperreflettente a livello della superficie retinica interna che in molti casi ne altera il profilo e incrementa gli spessori retinici. Recenti studi hanno anche dimostrato che la presenza di tale membrana, durante il processo di contrazione che subisce spontaneamente nel tempo, eserciti una trazione tangenziale sugli strati retinici interni, provocando una traslazione di questi ultimi con conseguente spostamento dei vasi retinici che li attraversano a livello della macula. L’obiettivo del nostro studio è quello di valutare attraverso lo spostamento dei vasi (12)(13)(14), misurato su immagini infrarosse del fondo oculare, i movimenti tangenziali degli strati interni della retina, e come questo processo influenzi l’acuità visiva in occhi sottoposti a rimozione della membrana epiretinica

Obiettivo dello studio è valutare la correlazione tra lo spostamento dei vasi retinici misurato attraverso la distanza tra le arcate vascolari temporali e la variazione dell’acuità visiva, su occhi affetti da membrana maculare epiretinica prima dell’intervento di vitrectomia e dopo 6 mesi da esso.

End points

  1. Valutare la variazione dell’acuità visiva dopo rimozione della membrana maculare epiretinica.
  2. Valutare la correlazione tra la variazione dello spessore retinico centrale e le variazioni dell’acuità visiva.
  3. Valutare attraverso la segmentazione degli strati retinici le modificazioni di spessore dei singoli strati e correlarle con la variazione dell’acuità visiva e con la modificazione della distanza tra le arcate vascolari temporali.
  4. Valutare movimenti tangenziali della retina attraverso la variazione di distanza dei vasi della regione maculare rispetto al disco ottico e correlarla con le modificazioni dell’acuità visiva.

3. OCT e Microperimetria dopo vitrectomia 23 gauge per fori maculari idiopatici.

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